Imposta di bollo: a cosa serve? Quanto costa e utilizzi

imposta di bollo

Quando si producono, si richiedono o si presentano determinati documenti è necessario pagare un’imposta, nota come imposta di bollo. Il suo importo può variare a seconda dei casi e si tratta di un’imposta indiretta, perché non va a colpire le persone, ma i consumi. Vediamo a cosa serve, in quali occasioni viene applicata e quanto costa.

Il presupposto dell’imposta di bollo è l’esistenza di un atto in forma scritta; il suo importo può essere proporzionale oppure in misura fissa. È proporzionale, ad esempio nelle cambiali (è pari all’11 per mille nei pagherò e al 12 per mille nelle tratte) mentre è fisso per gli atti autenticati dai notai (230 euro), per le domande al Registro delle Imprese presentate da società di capitali (65 euro) e da società di persone (59 euro). Ma questi erano solo alcuni esempi: vediamo più nel dettaglio come si applica e come viene calcolata l’imposta di bollo sul conto corrente, sui conti deposito e sulle fatture.

L’imposta di bollo sul conto corrente: come si calcola

Dal 2012 l’imposta di bollo deve essere pagata anche dai titolari di conto corrente: il suo importo è fisso ed ammonta a 34,20 euro per le persone fisiche e a 100 euro per le altre categorie di soggetti. I titolari di più conti correnti devono pagare l’imposta per ciascuno dei rapporti. L’imposta viene applicata quando viene emesso l’estratto conto ed è relativa al periodo a cui questo fa riferimento.

Le persone fisiche sono esentate dal pagamento se il valore medio della giacenza non raggiunge i 5.000 euro. Questo valore medio della giacenza viene calcolato sommando tutti i saldi giornalieri del conto e dividendo questo numero per il numero dei giorni in cui il titolare ha detenuto il conto; se il conto è cointestato, la giacenza media viene ponderata in base alla quota di detenzione.

A quanto ammonta l’imposta sui conti deposito?

Se nei conti correnti l’imposta di bollo ha un importo fisso, per quanto riguarda i conti deposito il suo importo viene calcolato in percentuale sulle somme depositate. Più nel dettaglio, la somma da pagare ammonta allo 0,20% (due per mille) sulle giacenze. Non sono previsti limiti per le persone fisiche, mentre per gli altri soggetti è stata stabilità una soglia massima di 14.000 euro.

La marca da bollo sulle fatture

L’imposta di bollo va pagata anche sulle fatture che riguardano operazioni esenti o escluse dall’Iva. In questo caso l’importo è fisso ed ammonta 2 euro per le fatture che superano l’importo di 77,47 euro. L’obbligo di pagamento dell’imposta di bollo spetta a chi emette la fattura, che deve applicare sul documento la marca da bollo.

L’emittente ha però la possibilità della rivalsa di imposta, in modo che la marca da bollo venga addebitata al cliente/committente. La marca da bollo, che si può comprare anche in tabaccheria, non ha una data di scadenza, ma su di essa è stampata una data che deve essere pari o antecedente a quella di emissione della fattura. Per quanto riguarda le fatture elettroniche, invece, il pagamento viene effettuato entro il giorno 20 del mese successivo al trimestre di riferimento.



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