Fondo bilanciato: ecco cosa vuol dire, i vantaggi e svantaggi

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Molti italiani scelgono di impegnare i loro risparmi nei fondi comuni di investimento: le somme versate dai vari risparmiatori vanno a formare un patrimonio autonomo che viene gestito da un gestore che ha il compito di investire queste somme. I fondi non sono tutti uguali: si differenziano tra loro in base al livello di rischio, ai mercati di riferimento ed ai rendimenti attesi. Spesso si sente parlare anche di fondo bilanciato: vediamo cosa vuol dire questo termine e quali sono le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi di questa soluzione.

Cos’è un fondo bilanciato?

Il fondo bilanciato investe in azioni ed obbligazioni; la ripartizione tra gli strumenti può avvenire con diverse percentuali a seconda della politica di gestione del fondo. In relazione alla ripartizione dell’investimento è possibile identificare due tipologie:

  • fondo bilanciato azionario, che prevede l’investimento in azioni di una quota di portafoglio superiore alla metà (e può arrivare fino al 90%);
  • fondo bilanciato obbligazionario, che prevede un investimento in azioni ridotto rispetto all’investimento in obbligazioni, con una quota di portafoglio compresa tra il 10% ed il 50%.

Spesso quando si utilizza il solo termine fondi bilanciati si indicano quei fondi che investono in azioni una quota di portafoglio non inferiore al 30% e non superiore al 70%.

Vantaggi e svantaggi dell’investimento: rendimento e rischio

Queste formule consentono al gestore di decidere con un po’ più di autonomia la composizione del portafoglio che considera ottimale, mantenendo comunque un profilo di rischio/rendimento più equilibrato rispetto ai fondi esclusivamente azionari o esclusivamente obbligazionari. L’aggettivo bilanciato sta ad indicare la capacità del fondo di bilanciare l’elevata volatilità dei mercati azionari con la maggiore sicurezza e costanza di rendimento tipica dei titoli obbligazionari. L’obiettivo del fondo bilanciato è quello di incrementare il valore del patrimonio e di ottenere una redditività in orizzonti temporali di medio termine.

Come si può intuire, il livello di rischio che contraddistingue i fondi bilanciati è di grado intermedio, nel senso che risulta essere più alto rispetto ai fondi esclusivamente monetari o obbligazionari ed inferiore rispetto ai fondi azionari. Il livello di rischio dell’investimento è strettamente collegato alla ripartizione del portafoglio tra obbligazioni ed azioni: normalmente, più è alta la percentuale di azioni (titoli che sono più soggette ad oscillazioni, soprattutto in orizzonti temporali contenuti) e maggiore sarà il rischio. Il livello è influenzato anche dalla politica di investimento e dall’abilità del gestore (fondamentale è il timing di ingresso) e dalla solvibilità dei soggetti che hanno emesso i titoli presenti nel portafoglio.



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