Come aprire un conto corrente all’estero? procedura, pro e contro

Aprire un conto corrente all’estero è una procedura completamente legale, come previsto dalle normative europee che consentono di spostare i propri risparmi in qualsiasi paese appartenente all’Unione senza vincoli eccessivi. Molte volte è il mezzo ideale per chi vive molti mesi all’anno fuori dall’Italia, per chi lavora con imprese straniere o anche per chi semplicemente vuole risparmiare e ottenere condizioni contrattuali migliori. Il procedimento è simile a quello italiano ma ogni paese prevede un iter burocratico leggermente differente, per questo è importante conoscere come aprire un conto corrente all’estero per poter scegliere il luogo che offra le migliori condizioni possibili.

La procedura per aprire un conto corrente all’estero

Tutti i cittadini appartenenti ai paesi dell’Unione Europea hanno il diritto di aprire un conto corrente in qualsiasi Stato dell’UE. Non esistono vincoli purché i soldi che transitino da un paese all’altro sia di provenienza lecita e dichiarati alle autorità dei rispettivi Stati. Risultando residenti in Italia è però obbligatorio fornire una dichiarazione al Fisco italiano.

La procedura di apertura di un conto corrente all’estero è piuttosto semplice e simile a quella italiana, la differenza principale è la segnalazione del nuovo conto estero nel riquadro RW della dichiarazione dei redditi. Questo permette alle banche dei rispettivi paesi di poter comunicare, scambiandosi tutti i dati necessari per l’attivazione e la gestione del conto, comprese le rimesse bancarie e gli spostamenti di capitale.

La procedura può essere svolta direttamente online, sia da soli oppure rivolgendosi a dei consulenti bancari. I documenti necessari sono gli stessi richiesti in Italia, quindi un documento d’identità valido in Europa, carta d’identità o passaporto e il codice fiscale o la tessera sanitaria. In questo caso però solitamente la banca richiede alcune informazioni aggiuntive, come per esempio la motivazione che vi spinge a richiedere un conto estero, uno storico della vostra posizione finanziaria e la vostra situazione attuale (reddito, lavoro, etc..).

Solitamente le banche estere si prendono qualche giorno per effettuare alcuni controlli, in particolare se avete avuto dei problemi con i pagamenti, se siete sottoposti a vincoli o procedimenti penali o qualsiasi altro aspetto possa far pensare a intenti illeciti o fraudolenti. Conclusi tutti gli accertamenti vi sarà segnalata l’effettiva apertura del conto, che verrà validata una volta effettuato il primo bonifico.

Vantaggi e svantaggi di un conto corrente all’estero

Aprire un conto corrente all’estero è una procedura piuttosto diffusa in Italia che presenta dei vantaggi e degli svantaggi.

Pro :

  • spesso è possibile trovare condizioni contrattuali migliori, come tassi d’interesse creditore superiori, maggiore riservatezza, costi di gestione inferiori;
  • in alcuni paesi avere un conto corrente in loco aiuta a realizzare investimenti;
  • chi lavora con aziende internazionali può trovare migliori condizioni legate ai pagamenti e ai trasferimenti di capitali.

Contro :

  • per stare sicuri è necessario farsi seguire da un professionista;
  • nonostante in alcuni paesi si goda di agevolazioni è necessario continuare a pagare le imposte nel proprio paese d’origine;
  • in alcuni casi la presenza di conti esteri potrebbe risultare sospetta e causare controlli del Fisco;
  • è necessario scegliere bene il paese dove aprire il conto corrente ed evitare istituti di credito di dubbia solidità.

Dove pagare le tasse e dichiarare gli interessi

Un conto corrente all’estero ovviamente genererà dei ricavi provenienti dal pagamento degli interessi sul capitale. Questi andranno a costituire a tutti gli effetti il vostro reddito di capitale, quindi dovranno essere dichiarati in Italia come previsto dalle normative di legge.

Qualsiasi persona sia titolare di un conto corrente all’estero, ma fiscalmente residente in Italia, deve dichiarare gli interessi maturati nella dichiarazione dei redditi. Questo spesso causa un problema di doppia tassazione, perché la banca dove si ha il conto applica le imposte previste dalla legge di quel paese, ma quando poi si dichiarano in Italia bisogna pagare nuovamente le imposte derivanti dal reddito di capitale.

Esiste una possibilità di ovviare alla doppia tassazione come previsto dall’articolo 165 DPR 917/86, ma ciò richiede un procedimento piuttosto complicato. Infatti rivolgendosi a un intermediario finanziario è possibile evitare la doppia tassazione attraverso una ritenuta fiscale, che sarebbe applicata fuori dall’Italia.

Si tratta però di un meccanismo che ha i suoi costi, quindi conviene solamente in caso di cifre importanti che consentano un ritorno sui costi legati ai servizi di intermediazione.

Aprire un conto corrente all’estero è una procedura legale e perfettamente lecita, però è importante valutare con attenzione se sia realmente un’operazione che porti dei benefici. Bisogna tenete presente non soltanto i risparmi ottenuti sul breve termine ma anche i costi legati all’intermediazione finanziaria, il rischio della doppia tassazione e di eventuali controlli da parte del Fisco.

Il consiglio è di aprire un conto corrente all’estero soltanto nel caso ne valga veramente la pena, per esempio se si dispone di somme ingenti che possano garantire un ritorno economico oppure per una maggior comodità in caso si viaggi frequentemente in altri paesi europei.