Rischio di controparte: a cosa serve? Requisiti e costi

rischio di controparte

In quasi tutto quello che facciamo c’è un livello di rischio, che può essere più o meno elevato. Quando si firma un contratto, ad esempio, ci potrebbe essere il pericolo di inadempienza della controparte. In questi casi si parla, appunto, di rischio di controparte. Vediamo di cosa si tratta, a cosa far riferimento il termine e come si ci può difendere.

Cos’è e come si misura il rischio di controparte

Il rischio di controparte è quindi il pericolo che il soggetto con cui è stato firmato il contratto si dimostri inadempiente, disattendendo i tempi e le modalità previste dal contratto stesso. Il più delle volte si utilizza questo termine quando l’inadempienza fa riferimento ad un pagamento. Un altro aspetto del rischio di controparte consiste nella sua incertezza, perché può variare nel corso del tempo in base a svariati fattori. Le banche, spinte anche dalla grande concorrenza con altri istituti di credito, spesso sono costrette ad assumersi dei rischi più alti di quelli che vorrebbero; per questo motivo diventa sempre più importante riuscire a misurare e quantificare questi rischi.

Il trattamento di rischio di controparte di applica su tre tipologie di transazioni, ovvero quelle che riguardano gli strumenti derivati creditizi e finanziari che vengono negoziati fuori borsa (OTC), le operazioni Securitie Financing Transaction (SFT) e le operazioni con regolamento a lungo termine (che vengono trattate come contratti a termine). Il rischio di controparte è una forma di rischio di credito ed in quanto tale si misura tramite il calcolo quotidiano dell’Expecred Postive Esposure (EPE), che esprime l’esposizione complessiva potenziale che una controparte o un contratto possono presentare in un determinato periodo. La Banca d’Italia autorizza l’utilizzo del metodo ci calcolo EPE solo dopo aver verificato l’esistenza dei requisiti qualitativi e quantitativi necessari.

Il ruolo della Cassa di Compensazione e Garanzia

In Italia esiste una sola controparte centrale autorizzata, che è la Cassa di Compensazione e Garanzia. Inizialmente la sua attività si incentrava solo sugli strumenti finanziari derivati, ma con lo scorrere del tempo si è allargata anche ai titoli di stato italiani e agli strumenti del mercato azionario. La Cassa di Compensazione e Garanzia svolge il ruolo di garante: in questo modo viene assicurata la conclusione dei contratti che sono stati stipulati, annullando di fatto il rischio di controparte.

Per proteggersi dalle insolvenze, la Cassa di Compensazione e Garanzia:

    • stabilisce dei requisiti di adesione per gli operatori (che possono associarsi in modo diretto o in modo indiretto);
    • adotta un sistema dei margini per cui gli aderenti devono garantire la copertura dei costi che la Cassa dovrebbe sostenere per la chiusura della loro posizione nel caso in cui si rilevassero insolventi;
    • prevede delle risorse patrimoniali e finanziarie; le perdite vengono coperte con i margini descritti nel punto precedente, con il fondo di garanzia creato tramite i versamenti degli iscritti ed infine con il suo patrimonio.


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