Pagamenti delle imposte: quando farli e perché è rischioso saltare le scadenze?

Pagamenti delle imposte

Il mese di maggio e giugno diventa una preoccupazione per tutti i cittadini perché arriva il momento della dichiarazione dei redditi. Nella presentazione del proprio reddito, delle spese eseguite e di quelle da rimborsare (se ci sono), c’è anche il controllo di eventuali imposte già pagate.

Durante l’anno c’è chi ha il pagamento dell’IMU, Irpef, ritenute sui redditi, Iva, Irap, accise, contributi e addizionale regionale o comunale. Non va dimenticato poi l’acconto delle tasse. Di media si pagano imposte ogni 3 mesi e che vengono poi controllate nella dichiarazione dei redditi.

Imposte e pagamenti, meglio non saltarli

Come mai ci sono tante tasse? Ogni Nazione ha bisogno di avere un tesoretto che deriva dai pagamenti delle tasse dovute dia cittadini. Si parla comunque di denaro che occorre per gestire lavori pubblici, sanità, migliorare l’istruzione e via dicendo.

Le imposte sono calcolate in base a quali sono i redditi e le proprietà di ogni singolo cittadino. Il problema è quando ci si dimentica di pagarle. Cosa capita? Coloro che purtroppo sono “capitati” in questi inconvenienti hanno realmente avuto tanti problemi.

Una qualsiasi imposta non pagata segue un processo di riscossione che viene poi aumentato negli anni. Prima di tutto c’è il sollecito oppure la presentazione della riscossione del debito nella prossima dichiarazione dei redditi. Il problema è che sarà aumentato da sanzioni e da moratorie di ritardo.

Dopo circa 15 mesi possono passare, come imposte da riscuotere, direttamente all’Agenzia delle Entrate Riscossione oppure ad un altro ente di riscossione. Qui si inizia ad avere aumenti che debbono poi essere pagati da parte del cittadino per spese legali, giudiziarie e amministrative.

I rischi dell’intervento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione

Uno dei rischi principali è quello di avere a che fare con delle cartelle esattoriali. Oggi le leggi sono cambiate per la riscossione dei crediti. Prima era possibile fare rottamazioni e magari aspettare la prescrizione, ma dal 2021 è tutto cambiato. Infatti i tempi di pignoramento sono molto più veloci e si è escogitato un metodo per bloccare la prescrizione. Dunque un debito di un’imposta non pagata, un cittadino, se la può portare addirittura fino alla pensione.

Tempo di scadenza massimo

La buona notizia è che se saltate il pagamento di un’imposta avete la possibilità di pagare fino a 30 giorni dopo la scadenza. Attenzione perché i giorni di ritardo si pagano. Dovete quindi chiamare il vostro commercialista è spiegare quanti sono i giorni di ritardo. Quest’ultimo effettuerà il calcolo della percentuale di ritardo che dovete accorpare all’imposta che state pagando.