Fondo flessibile: che significa? Ha dei vincoli? Quali sono i suoi vantaggi?

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Continua a crescere la percentuale degli italiani che decide di impiegare i suoi risparmi nei fondi comuni di investimento; nella maggior parte dei casi, la soluzione scelta rientra nella categoria dei fondi flessibili (un paio di anni fa vi finiva quasi l’80% della raccolta complessiva). Ma qual è il significato di fondo flessibile? Cerchiamo di capire le caratteristiche, i vincoli, i vantaggi e gli svantaggi di questo strumento di investimento.

Cos’è il fondo flessibile: ci sono dei limiti all’autonomia del gestore?

La definizione standard di fondo flessibile è la seguente: “fondo comune di investimento mobiliare aperto che non presenta vincoli in merito al tipo di strumenti finanziari e beni che possono essere oggetto di investimento”. In altre parole, chi aderisce al fondo lascia alla società di gestione la massima libertà in merito alle decisioni relative all’allocazione delle risorse raccolte. Il gestore può quindi scegliere sia la tipologia di strumenti finanziari che la percentuale del patrimonio da investire in ciascun asset. A seconda della strategia seguita dal gestore, i fondi flessibili possono investire senza vincoli di sorta in azioni o in obbligazioni, sia in Italia che all’estero.

La caratteristica principale di un fondo flessibile è quindi l’autonomia decisionale di cui gode la società di gestione per quanto riguarda la distribuzione degli investimenti nel corso del tempo. Naturalmente, per quanto il gestore possa vantare una grande libertà, decisamente più ampia rispetto a quella che hanno in altre tipologie di fondo, il regolamento del fondo può prevedere dei limiti che devono essere rispettati nella scelta dei titoli e delle aree geografiche di investimento.

Vantaggi e svantaggi dell’investimento

Questo particolare strumento presenta sia vantaggi che svantaggi. Lo svantaggio più evidente è rappresentato dal fatto che il risparmiatore, aderendo al fondo flessibile, sta di fatto acquistando delle quote “a scatola chiusa”, perché il gestore ha carta bianca sull’impiego del patrimonio raccolto. Se da un lato questo aspetto può generare un po’ di incertezza nell’investitore, questa grande libertà d’azione di cui gode il gestore gli permette di agire tempestivamente e nel modo più opportuno per contenere i ribassi e la correlazione tra le varie classi di asset nei momenti in cui si registra un’elevata volatilità.

Il fondo flessibile riesce a esprimere le sue massime potenzialità in un’ottica di lungo periodo, mentre nel breve periodo può essere decisamente più rischioso. Si tratta di una soluzione ideale per quei risparmiatori che, all’interno di un portafoglio ben diversificato, vogliono investire una parte dei loro risparmi senza dover prendere delle decisioni in prima persona, delegando le scelte di allocazione delle risorse al gestore.



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