Cumulo pensione: come funziona? Presso quali enti effettuarlo?

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Le pensioni sono sempre un argomento molto caldo: le novità non mancano mai, ma le soluzioni trovate nella stanza dei bottoni raramente trovano il consenso dei cittadini. Non se ne sente parlare molto spesso, ma chi è iscritto all’INPS ed alle casse professionali in alcuni casi possono beneficiare del cumulo della pensione. Cerchiamo di capire di che cosa si tratta e come funziona, vediamo chi può richiederlo e quali sono gli enti presso i quali può essere effettuato.

Cos’è il cumulo pensione e quali enti possono aderire

Lo strumento del cumulo della pensione permette di sommare in modo gratuito le contribuzioni presenti nelle varie casse di previdenza: in questo modo è possibile raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia, quella anticipata, quella di inabilità o quella ai superstiti. Possono sfruttare il cumulo chi possiede un autonomo diritto alla pensione (ma non ha ancora conseguito il trattamento) in almeno una delle gestioni coinvolte nel cumulo stesso. Nella maggioranza dei casi chi ricorre a questa somma delle varie contribuzioni non va incontro ad alcuna penalizzazione sulla pensione (a meno che non siano previste dalle singole gestioni che fanno riferimento ai liberi professionisti).

Quando il lavoratore raggiunge i requisiti per la pensione grazie al cumulo, ciascuna gestione deve calcolare la sua quota di competenza, basandosi sull’anzianità contributiva e sui suoi criteri. L’assegno sarà comunque pagato dall’INPS in un’unica rata. Le casse professionali che possono aderire al cumulo della pensione sono le seguenti: Enpapi, Enpaf, Enpav, Enpam, Enpap, Eppi, Cipag, Inarcassa, Inpgi, Cassa Forense, Cnpr.

Requisiti per il trattamento in regime di cumulo

La pensione di vecchiaia con il cumulo presso le gestioni amministrate dall’INPS si può raggiungere all’età di 67 anni con 20 anni di contribuzione. Chi è iscritto alle casse professionali deve raggiungere il requisito dei 20 anni di contributi e l’età stabilita dagli stessi enti. Se questo requisito anagrafico è superiore rispetto a quello previsto dalle gestioni amministrate dall’INPS, prima viene liquidata la parte di pensione a carico dell’istituto previdenziale, mentre l’altra quota del trattamento potrà essere liquidata solo quando verrà raggiunta l’età richiesta dall’ente. Nel caso contrario, ovvero se il requisito anagrafico richiesto dalla cassa professionale è più basso rispetto a quello richiesta dalle gestioni amministrate dall’INPS, la pensione potrà essere liquidata solo quando il lavoratore raggiungerà l’età prevista dalle gestioni pubbliche.

In regime di cumulo è possibile raggiungere la pensione anticipata ordinaria con una contribuzione di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne; i lavoratori precoci che appartengono a determinate categorie tutelate possono raggiungere il requisito a 41 anni di contributo. Si può ottenere altresì la pensione anticipata contributiva al raggiungimento dei 64 anni e 20 di contributi, ma solo tramite il cumulo speciale riservato a chi riceve una pensione calcolata esclusivamente con il metodo contributivo.

Il cumulo pensione funziona anche in caso di Quota 100. In questo caso il lavoratore deve aver compiuto i 62 anni di età ed aver versato 38 anni di contributi (considerando però solo le gestioni INPS). La pensione di inabilità, che spetta all’assicurato INPS o a chi riceve un assegno di invalidità che no può svolgere nessuna attività lavorativa a causa di un difetto fisico o mentale o di una infermità, può essere conseguita grazie al cumulo se sono presenti i requisiti di contribuzione e di assicurazione e gli eventuali requisiti richiesti dalla gestione a cui si è iscritti quando è sopraggiunto lo stato di inabilità.



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