Consulenti finanziari indipendenti: cosa fanno? Come si diventa tali? A quanto arriva il loro stipendio?

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Quella del consulente finanziario è una figura professionale che nel corso degli anni ha raggiunto una popolarità sempre maggiore. Il panorama economico e finanziario è stato oggetto di una profonda evoluzione: molte certezze sono venute meno e tante novità si sono palesate nello scenario attuale. Per muoversi nel modo giusto in un contesto del genere tante persone si sono affidate ai consulenti finanziari indipendenti: scopriamo che iter bisogna seguire per fare questo mestiere, che attività svolgono e a quanto ammonta il loro stipendio.

Cosa fanno i consulenti finanziari indipendenti

Il consulente finanziario può operare sia come dipendente (ad esempio di una banca) che come libero professionista. Il consulente indipendente (che può lavorare anche all’interno di studi associati) non viene pagato per collocare questo o quell’altro prodotto: viene pagato solo dal suo cliente, quindi il suo servizio è incentrato solo ed esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi del cliente stesso. Parliamo di una figura professionale specializzata nella pianificazione, nella gestione e nell’amministrazione del patrimonio dei suoi clienti: offre quindi soluzioni personalizzate, consigliando le opzioni più adatte al livello di rischio, all’orizzonte temporale ed agli obiettivi indicati dal cliente. Solitamente la sua prestazione non si limita alla consulenza sugli investimenti: spesso il professionista può offrire servizi di analisi previdenziale e di studio della posizione successoria.

Come diventare consulente finanziario e a quanto ammonta lo stipendio

I consulenti finanziari indipendenti devono avere delle competenze molto profonde e svolgono un mestiere molto delicato: per questo la legge prevede che presenti dei precisi requisiti e che si tenga costantemente aggiornato con la formazione professionale continua. Per svolgere questa attività è necessario essere iscritti all’albo professionale dell’OCF. L’iscrizione è possibile se si supera una prova e se si possiedono i seguenti requisiti:

  • onorabilità;
  • indipendenza;
  • professionalità;
  • assicurazione professionale obbligatoria;
  • organizzazione adeguata allo svolgimento dell’attività.

L’esame di ammissione all’albo consiste in una prova scritta composta da 60 domande a risposta multipla: venti domande assegnano un punto, le altre quaranta assegnano due punti. La prova si considera superata solo se si ottiene un punteggio non inferiore ad 80. Secondo le statistiche, solo un terzo dei candidati riesce a superare l’esame al primo tentativo.

Come detto in precedenza, lo “stipendio” dei consulenti finanziari indipendenti viene pagato dai loro clienti. Il loro servizio viene remunerato con una commissione calcolata sul patrimonio che gli viene affidato in gestione. Non c’è una tariffa fissa, ma di solito la commissione si aggira tra lo 0,5% e l’1% all’anno. Oltre a questo, nel conto possono figurare altre voci di costo fisse dovute a prestazioni aggiuntive e variabili, calcolate sulla performance degli investimenti effettuati.



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