Praticantato consulente del lavoro: cos’è, come funziona e quanto dura?
Alcuni lavori professionali hanno bisogno di essere sottoposti ad un praticantato per riuscire a garantire un’efficienza e buona competenza nel proprio settore. L’elenco è piuttosto lungo, ma vogliamo concentrarci sul consulente del lavoro.
Cosa fa questo professionista? I suoi compiti sono quelli di inquadrare i dipendenti all’interno dell’azienda. Occorre che esso possa capire quali sono i dipendenti collaborativi da altri e anche quali sono le esperienze pregresse. Poi assolve ai pagamenti previdenziali e assicurativi dei lavoratori. Elabora paghe e contributi. Diventa poi un ottimo consulente del lavoratore per aiutare a fargli capire i diritti, doveri e rispondere alle domande.
Dunque è un lavoro che ha molte responsabilità perché esso diventa una figura centrale in caso di accertamenti da parte degli enti di controllo oppure durante le controversie con il datore di lavoro.
A cosa serve il praticantato?
Data la mole di competenze che sono necessarie a questo professionista, il consulente del lavoro, per operare appieno, deve effettuare un praticantato. Vale a dire uno “stage” formativo che avviene con un determinato iter.
Sintetizzando possiamo dire che un soggetto appena uscito dall’Università che ha intenzione di fare il consulente del lavoro, ha bisogno di fare “esercitazione”. Per questo è tenuto a eseguire il praticantato che è un affiancamento che gli vale poi come ore lavorative.
Come funziona il praticantato?
In riferimento al consulente del lavoro vediamo che è necessario che ci sia un responsabile di “affidamento”. Si lavora in un’azienda o ufficio. Il “praticante” ha l’obbligo di presentarsi per 20 ore settimanali presso l’azienda che gli sta facendo fare l’affiancamento. Deve osservare e iniziare a svolgere dei lavori che il responsabile ritiene che possa fare.
Ovviamente c’è una valutazione dello svolgimento del lavoro. Il praticante deve rivolgersi continuamente al responsabile per eventuali incomprensioni dei compiti che deve svolgere. Durante il normale orario di lavoro si supervisiona quali sono le competenze e attitudini del praticante. Dopo qualche settimana si andrà a valutare quale sia lo svolgimento professionale del soggetto e quindi di dare un giudizio finale sul suo operato.
Quanto dura per diventare consulente del lavoro?
In totale il praticantato del Consulente del lavoro dura 18 mesi per 20 ore settimanali in un’azienda o studio professionale. In caso il praticante cambia azienda oppure ha un fermo è bene sapere che non è importante fare i 18 mesi in un’unica azienda. Occorre arrivare a compiere una somma massima di ore in 18 mesi. Quindi il praticantato termina quando si riesce ad accumulare: 360 ore in meno di due anni. Solo in questo modo è possibile avere un ottimo affiancamento che vale come ore lavorative sul proprio curriculum.