Mediazione creditizia: cos’è? A cosa serve e spese
Quando si pensa al mondo del credito di solito si immagina un contesto con una parte che chiede dei soldi in prestito ad un’altra parte (solitamente una banca o una finanziaria), impegnandosi a restituire l’importo, dilazionato e maggiorato dagli interessi, pagando delle rate. In realtà il procedimento può coinvolgere anche un’altra figura, il cui ruolo è quello di mettere in contatto le due controparti: si parla in questi casi di mediazione creditizia. Vediamo di cosa si tratta, a cosa serve e che spese comporta.
A cosa serve e in cosa consiste l’attività di mediazione creditizia
Stando alla definizione riportata dall’articolo 1754 del Codice Civile, il mediatore creditizio è quel soggetto che, al fine di concludere un affare, mette in relazione due o più parti, ma senza avere alcun rapporto di collaborazione, rappresentanza o dipendenza con alcuna di esse. Proprio i questa mancanza di un rapporto di rappresentanza, collaborazione o dipendenza si può individuare la grande differenza che sussiste tra chi svolge l’attività di mediazione creditizia ed un’agenzia. Questa indipendenza non va però vista come imparzialità assoluta.
Il compito principale dal mediatore è quindi quello di mettere in relazione le controparti, ma il suo lavoro si articola in svariate attività connesse o strumentali. Tra queste ci sono l’attività di consulenza, l’istruttoria preliminare della richiesta di finanziamento, la preparazione e la trasmissione delle richieste di finanziamento agli enti erogatori, mettersi in trattativa con potenziali istituti ed enti erogatori sulle condizioni applicate al finanziamento ed altro ancora.
La retribuzione del mediatore: provvigione e rimborso spese
L’attività do mediazione creditizia deve essere retribuita. Sempre il Codice Civile afferma che l’intermediario ha diritto ad una provvigione nel caso in cui il suo intervento sia risultato decisivo per la conclusione dell’affare. Letto così può sembrare che l’intermediario per essere pagato debba essere presente in ogni fase della trattativa, fino all’esito positivo dell’accordo, ma in realtà ha diritto alla provvigione anche se il suo lavoro si è limitato alla segnalazione dell’affare o al far conoscere o avvicinare le controparti.
La provvigione di solito viene pagata da entrambe le parti. In alcuni casi possono essere inserite negli accordi delle particolari clausole che escludano una parte dal pagamento dell’onere relativa all’attività di mediazione creditizia (clausola di franco mediazione). Oltre alla provvigione, l’intermediario ha diritto anche al rimborso delle spese che ha sostenuto su incarico di una delle parti. Se l’affare viene concluso grazie all’intervento di più mediatori, l’articolo 1758 del Codice Civile afferma che ogni mediatore ha diritto alla sua provvigione.
Incarico di rappresentanza ed iscrizione OAM
Una delle parti coinvolte nell’affare ha la possibilità di assegnare al mediatore un incarico di rappresentanza, limitatamente agli atti relativi alla conclusione dell’affare stesso. Il mediatore può quindi occuparsi della riscossione del prezzo, del rilascio della quietanza e della consegna del bene, mantenendo comunque la sua indipendenza. Per esercitare l’attività di mediazione creditizia è necessario essere iscritti nell’elenco tenuto dall’OAM, l’Organismo Agenti e Mediatori Creditizi che disciplina l’attività.